lunedì 25 ottobre 2010

Battuta di Pesca.

Vi racconto una battuta di pesca invernale di qualche anno fa fatta tra la Troia e Cala Felice. Per chi non sa cos'è la Troia si informi...ma così si chiama e gli scogli che la separano dalla Punta sud del Golfo di Follonica vengono battezzati Porcellini..insomma il mare si fa di maiale e questa Maremma qui, vista dagli scogli, è strepitosa. Ero da pochi mesi arrivato dall'Emilia dopo quindici anni di emigrazione , la prima volta che entravo in contatto con il mare d'inverno. Sveglia alle cinque e appuntamento alla Polveriera con i miei zii materni. Un freddo inenarrabile, ma il mare di febbraio si presentava come uno specchio fantastico sotto un cielo stellato da mille e una notte.
Si parte con due barche: il gozzo storico con i palamiti e i tramagli ed un chiattino a remi con la polpaia e qualche tramgalio più piccolo. Io che ero abituato a pescare nei laghetti e nel Panaro ero completamente inebetito ed incapace di capire cosa fare e come fare questa pesca. Cercavo di non essere di impaccio ai miei zii Corrado e Stoppino (Mario) pescatori da sempre così naturali nel fare tutto. Mi mettono sul chiattino, ai remi: direzione Cala Violina in un silenzio rotto soltanto dai colpi di remo nell'acqua mentre mio zio Stoppino fa un pò di traina controllando i tramagli che saranno gettati non appena usciti dalle morsate. Mio zio Corrado con babbo erano già lontani con il gozzo, a malapena nella fioca luce dell'aurora potevo intravederli piegati sul palamito. Una fatica immane; poi mio zio mi dice di smettere di remare, ritira la traina e si prepara a stendere il piccolo tramaglio (forse 100 mt) e poi mi ridà il via con i remi . Terminata la stesa mi dice di remare verso il largo e poi di buttare l'ancora. "ci fermiamo qui un'oretta.....e si fa un pò di bollentino..." . E così facciamo ...in barca non si parla: tra il silenzio e il freddo che non molla passo una delle ore più ghiacce che mi ricordi. I pesci non abboccano, mentre ci dirigiamo verso la boa del tramaglio e mentre remo piano, zio in piedi a poppa di questo chiattino controlla i tramagli alzandoli quel che basta per vedere se c'è qualche pesce. Davvero un pò di tutto, ma robaccia secondo lui che sperava in qualche cosa di meglio. Se la ripassa tutta con una velocità incredibile e toglie i pochi pesci con un'abilità disarmante: "Rema, rema più veloce tanto qui non c'è nulla.....si perde tempo..ora lo rifaccio..." . E così fece: lo rifece tutto e ci si spostò a Cala Civette che erano le 8,30 con il sole che si affacciava timido. Freddo era freddo e così mi manda a cercare tra la spiaggia e la macchia della legna secca per fare un pò di fuoco: scaldarsi e cuocere quelle due (dico due) salsicce che avevamo nello zainetto. Intanto arrivano anche mio zio e mio padre con il gozzo. Arenati sulla spiaggia come nei film:  intorno a noi il silenzio del mare che continuava ad essere una tavola perfetta. C'era anche il vino e un pò di pane. Il fuoco aumenta quello che serve per fare una brace decente, infilzare le salsicce in due rametti gnudi di rosmarino e un bocconcino a testa dopo pochi minuti c'è toccato. Poi è saltato fuori un pò di formaggio, ancora pane e un bella tavoletta di cioccolato (che è servita per davvero). "Ok si riparte, ma stamani - dice Stoppino - non vedo pesci in giro ..eppure li sento...". Non capivo cosa volesse dire; in fondo questo mare lo conosce come le sue tasche e se l'avrà detto un motivo ci sarà stato. Ma non ci ho fatto caso; ero più preoccupato di riprendere in mano quei due remi per remare fino alla Polveriera. Si riparte; lenti questa volta, e mentre il gozzo si allontana deciso noi siamo lì che arranchiamo per la mia poca forza. Quando arriviamo davanto a Cala Violina il sole comincia a farsi sentire in un cielo limpido da cartolina e mio zio mi dice "Ok lasciala andare e prendi il bollentino...". Il silenzio continua e non abbocca nulla...le reti in barca gocciolano acqua per quei tre pesci indescrivibili che avevamo preso due ore prima. Planiamo con la corrente dolcemente verso il Puntone e peschiamo due bei saraghi non si sa come. Siamo all'altezza di Cala Felice di fronte a noi il traliccio della teleferica dismessa e Stoppino si alza in piedi sulla prua guardando al largo. A un certo punto uno scatto felpato: nel silenzio totale prende i remi e inizia a remare facendo pochissimo rumore, vogate profonde lunghe e silenzose dopo qualche minuto mi dice sottovoce..." ....ora vieni piano piano al posto mio..che buttiamo i tramagli..." Così feci senza parlare dovevo remare come faceva lui intanto comincia a rilascaire le reti e mi invita a formare un cerchio piano piano. Eseguo senza capire....a un certo punto dopo che avevo compiuto un mezzo cerchio guardo all'inizio della boa del tramaglio e vedo il mare ribollire in superficie. Una chiazza enorme di teste che uscivano e rientravano e scodavano davanti a noi. Erano Mazzoni un branco enorme di taglia media: fantastico. Mio zio ha finito di gettare l'ultimo metro di tramaglio , ma il cerchio non è chiuso. Mi invita a remare velocemente verso la boa dell'inizio per chiuderlo in fretta. Mi impegno alla spasimo è una gara contro il mare, i muggini e mio zio che guarda in piedi il branco muoversi fino a che non lancia l'ancora in modo fragoroso a pochi metri dalla boa per cercare di far spostare il branco verso le reti; ora lo vedevo! Davvero enorme , con i pesci a pochi centimetri da me, quasi li potevo toccare. Nel massimo dello sforzo mi dice di smettere, ormai quelli che potevano rimanere erano rimasti sul tramglio, il grosso se ne era andato al largo. E così fu. Aspettammo mio padre e mio zio Corrado per tirarlo su. Dopo un'ora di attesa eccoli arrivare. Una rapida spiegazione e lo spostamento di Stoppino sul Gozzo e in tre tirano su tanto di quel pesce da non credere ai miei occhi. Cosa avrà sentito mio zio, cosa avrà visto, è una domanda che ancora mi faccio a distanza di anni. Comunque fu una cosa epica che non scorderò mai.  Mentre remavo mestamente verso la Polveriera per rientrare con il chiattino in solitaria, con il Gozzo li vedo attraccarsial pennello della fiumara del Puntone e cercare un pò di cassette per stivare tutto il pescato. Dopo più di un'ora arrivano alla Polveriera anche loro: la vendita è stata veloce e a casa portiamo una ventina di questi muggini dalla testa ambrata per un pranzo domenicale che si preannunciava entusiasmante....e davvero lo è stato. 

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